L’ansiolisi endovenosa eseguita dall’odontoiatra: step fondamentali nella chirurgia quotidiana
di Vittorio Magnano
I vantaggi dell’ansiolisi endovenosa svolta direttamente dall’odontoiatra piuttosto che da un medico anestesista sono molteplici. Innanzitutto il trattamento dell’ansia è un percorso che va dalla prima visita fino alla somministrazione dell’antidoto e degli antinfiammatori post-chirurgici. Il trattamento psicologico dell’ansia è parte fondamentale della procedura e un anestesista ha solo un rapporto da consulente con il paziente e può avvalersi delle tecniche di comunicazione e ipnotiche al massimo nella mattina della chirurgia. Inoltre, in caso di complicanze come la amnesia post-operatoria o il riflesso del vomito, l’odontoiatra formato in sedazione cosciente conosce la gestione e la prevenzione delle complicanze, considerando che la responsabilità ricade sempre e comunque sull’odontoiatra o sulla struttura ospitante. Dal punto di vista farmacologico, l’applicazione di un protocollo studiato appositamente per il paziente odontoiatrico (e non riciclato da esperienze ospedaliere o ambulatoriali generiche) garantisce il totale controllo dell’ansiolisi, la quale può talvolta essere somministrata esclusivamente per via gastrointestinale.
Gli step fondamentali della sedazione sono l’identificazione del paziente ansioso, la valutazione clinica preoperatoria e il trattamento dell’ansia.
L’identificazione del paziente ansioso
Il ricorso all’ansiolisi può essere effettuato o in seguito a semplice richiesta del paziente consapevole della sua paura o può essere proposto dall’odontoiatra come corollario al trattamento. In entrambi i casi si procede all’’identificazione del paziente ansioso con l’autovalutazione dello stato di ansia, valutata in sede di colloquio orale, secondo una scala di valutazione da 1 a 10 con 0 “nessuna tranquillità” e 10 “il massimo della tranquillità possibile”.
La valutazione clinica preoperatoria
Per quanto riguarda la valutazione clinica preoperatoria, oltre alla anamnesi patologica e fisiologica completa (unita agli antecedenti personali, dentali e sociali), il paziente viene inquadrato secondo la classificazione ASA per un’analisi generica del rischio. Una valutazione addizionale viene fatta tramite il DRAPES (Dental Risk Assessment and Prognosis Evaluation Scale) che valuta il paziente affetto da patologie mediche o chirurgiche per le quali si devono prendere precauzioni nei trattamenti odontoiatrici. La storia clinica si conclude con un breve esame obiettivo in particolare per quanto riguarda l’accesso venoso al braccio, l’apertura della bocca etc.
Il trattamento dell’ansia
Il trattamento dell’ansia non è solo farmacologico ma comincia già nel colloquio conoscitivo con lo staff e l’odontoiatra, in una stanza quieta e confortevole e non sulla poltrona operatoria. Ancora prima, la sala d’attesa risponde ad alcuni requisiti: è di dimensioni ridotte, le pareti sono tinteggiati con colori neutri come l’azzurro o il grigio chiaro e l’attenzione deve essere catturata da un arredamento che privilegia quadri paesaggistici, scenari rilassanti e piante da interno. Per lo stesso motivo in sala d’attesa non sono presenti immagini che richiamano il trattamento odontoiatrico come strumenti o pinze d’epoca, i quali possono incidere nell’accrescere uno stato di ansia preesistente. La comunicazione stessa dell’odontoiatra verso il paziente deve essere “altruistica”, ad esempio guardando il paziente direttamente in faccia, e deve comprendere una parte non verbale, come ripetere alcuni gesti svolti dal paziente, seppure non in maniera evidente. Tecniche di distrazione o di rilassamento vengono regolarmente svolte nelle sedute odontoiatriche precedenti l’intervento, quali ad esempio la sospensione per un breve tempo di una lunga seduta con l’igienista o tecniche di distrazione video o audio supportate (musica soft e video paesaggistici).
Esempio di sedazione su paziente di 28 anni per chirurgia estrattiva dei 4 ottavi nella stessa seduta
Il giorno della chirurgia il trattamento farmacologico comincia in sala d’attesa con una presedazione somministrata per via gastrointestinale (1 g Delorazepam > 70 anni, 2 g Delorazepam < 70 anni). Durante 10 minuti si riconferma insieme al paziente la anamnesi e la cartella anestesiologica odontoiatrica con l’autovalutazione dell’ansia. Una volta accomodato in sala chirurgica al paziente viene collegato il monitor multiparametrico (pressione, saturimetria, elettrocardiogramma) e vengono somministrati dosaggi graduali di 2 mg di Diazepam endovena fino a un totale di 10 mg di Diazepam nell’arco di 47 minuti. Dopo 90 minuti e terminato l’intervento vengono somministrati 8 mg di Desametasone (corticoterapia antinfiammatoria) e un antidoto a base di 0,5 mg di Flumazenil.
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